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Scuola 2030 = liberi di pensare!

Forse qualcuno ricorderà che negli anni ’60 fu per primo Adriano Olivetti, industriale ma anche intellettuale, urbanista ed editore, a credere che le logiche e i successi dell’impresa potessero amalgamarsi a un progetto sociale per le risorse umane che vi lavoravano. Credeva che costruire l’ambiente e il clima in cui i dipendenti potessero vivere bene e sentirsi fautori del proprio ruolo (non semplici esecutori) giovasse all’impresa e al suo profitto.

Olivetti intuì anni fa il valore dell’aggregazione, integrazione, della partecipazione dell’individuo che, a distanza di 50 anni, è diventato addirittura un principio innovativo per le imprese 2.0.
In effetti oggi quanti sarebbero disposti ad affermare pubblicamente di lavorare in una azienda in cui si sentono partecipi e soddisfatti?
Per fortuna, talvolta attingendo dagli errori del passato possiamo dare vita a nuove e migliori opportunità per il futuro.
Ed ecco che l’idea è stata traslata anche in un altro contesto, apparentemente distante dall’impresa: la scuola. In realtà è proprio lì che si formano i lavoratori, gli imprenditori di domani.
Mi riferisco ad una bella start-up che lavorerà per i prossimi 15 anni per trasformare le scuole e gli istituti in aree con architetture, strumenti tecnologici, interattivi, virtuali e piani formativi in cui gli studenti sin da piccoli potranno vivere in un ambiente aperto e partecipato! Scuole dove non si impara la pagina di un testo a memoria, dove non si deve passivamente ascoltare un insegnante ma partecipare, e ognuno col suo modo esclusivo.
http://ischool.startupitalia.eu/36772/education/aule-scuola-futuro/

Aree in cui si possano rielaborare e condividere parole, emozioni, domande e soluzioni, e osservare l’evoluzione dei ragionamenti degli studenti.
Un contesto in cui le loro potenzialità e la loro ricchezza (ancora sommersa) possano fiorire gradualmente e formare la capacità di scoprire il mondo e se stessi, la libertà di immaginare e costruire il proprio futuro… partecipando all’ascolto delle idee dei propri compagni

A chi non piacerebbe far crescere i propri figli in una scuola come questa? E per un genitore cosa c’è di più bello nel cogliere ogni giorno quando tornano a casa, la meraviglia quando ti raccontano una nuova scoperta o una nuova idea, regalandoti la loro emozione e il loro entusiasmo?

Ciò che mi piace pensare è che ogni bambino possa arrivare nel 2030 a essere accolto in una scuola così, e che non resti un privilegio di nicchia.

Professore in… impresa!

Prof. Frezza Ruggero: vent’anni di insegnamento agli universitari della facoltà di Ingegneria Elettronica di Padova gli hanno fatto maturare la consapevolezza che l’elemento di partenza su cui si costruisce una impresa è il patrimonio di conoscenza dell’individuo. Tanti sono stati i ricercatori con cui ha collaborato alla nascita di nuove idee e tecnologie, e da qui il suo ammirevole desiderio di sostenere questi giovani nel realizzare le loro ricerche in prodotti vendibili sul mercato.

Ecco come è nata M31, oggi realtà italiana di incubazione e accelerazione di nuove imprese (soprattutto di contenuto tecnologico), di cui sostiene in parte il capitale di rischio assieme agli altri fondatori, e le supporta sino al raggiungimento della loro indipendenza sul mercato, non solo nazionale. Infatti, M31 ha all’attivo prestigiosi risultati oltre oceano.

http://www.m31.com/posts/75-ruggero-frezza-di-m31-riceve-il-premio-volpato-menato?locale=it

Per chi mi segue da lungo tempo, sa che sono altrettanto convinto che, in generale, incentivando la libertà di espressione e la condivisione di nuove idee si possono identificare tante opportunità di business.

Rispetto il pensiero di chi replica che ognuno deve fare un solo mestiere per farlo davvero bene, e che se nasci professore è difficile tu possa diventare imprenditore, tuttavia questa credenza, che ci ha convinti per diversi anni, oggi suona come qualcosa di non più attuale.

Saremo mossi dall’abbondanza accumulata ma che non ci basta, oppure dalla fatica di acquistare beni di qualità a prezzi compatibili con gli stipendi erogati, o dal desiderio di dare valore alle nostre giornate: di fatto, a qualsiasi estrazione professionale uno appartenga, sentiamo di avere anche noi qualcosa da esprimere, e soprattutto da costruire.

Quando ho occasione di ascoltare i racconti di lavoratori dipendenti anche over quaranta, colgo il loro entusiasmo davanti alla prospettiva di poter avviare un progetto che nasca da una loro idea… ma spesso incontro anche il loro timore del cambiamento, di ciò che è nuovo.

Credo che possiamo prendere ispirazione da chi ha già intrapreso una via simile alla nostra: puntiamo al successo, ma desideriamo costruire un valore personale oltre a quello economico. Pensate a Marzia Bisognin, 22 anni e Youtuber italiana più famosa al mondo che vive con i suoi video blog.

http://www.booktribu.com/it/dalla-redazione/il-personaggio-del-mese-anche-cutiepiemarzia-la-youtuber-italiana-pi%C3%B9-famosa-al-mondo-sogna-la-letteratura

Davanti a una montagna lo scalatore comincia sempre la sua impresa con un semplice passo in avanti, e così anche noi possiamo partire dalla semplicità di una intuizione, da un bisogno o da un desiderio. Ogni nuovo progetto è una potenziale opportunità economica; i mezzi per documentarci, studiarlo, costruirlo, arricchirlo, condividerlo e presentarlo al mercato sono ormai svariati: troverete quelli più adatti a voi.

Buona fortuna, buon lavoro e se desiderate condividere… #tidicolamiaidea

…e i soldi per la mia startUp?

Negli ultimi post ho offerto spunti di riflessione in merito alle idee, alla passione, ai valori, e in fine alla mentalità di coloro che vogliono diventare imprenditori della new generation: sono spesso contagiato nel ricercare e documentarmi attraverso internet sulle start up appena nate.

Mi entusiasma sopratutto scoprire quelle di casa nostra, perché veicolano energia positiva e un messaggio di coraggio nella ricerca del cambiamento. Penso ai ragazzi in cerca di lavoro o ai disoccupati che, dopo tante porte bussate e rimaste chiuse, attraverso un nuovo progetto di impresa possono ritrovare autostima, voglia di esprimersi e realizzare qualcosa che sentono proprio.

Ma inevitabilmente, una volta pensato il progetto, si arriva tutti a formulare la stessa domanda: dove trovo i soldi?

I mezzi ci sono (a dispetto della recessione): crowdfunding, business angels, bandi delle regioni e molto altro.

Eppure Marco Bicocchi Pichi, Presidente di Italian Startup e nominato Business Angel italiano dell’anno 2014, ci suggerisce, prima di cercare finanziatori, di cercare i nostri clienti, per rendere più convincente e subito fruibile il lancio del nostro progetto.

http://corriereinnovazione.corriere.it/2015/07/18/cari-startupper-prima-cercare-finanziatori-cercate-clienti-deb40b0c-2d19-11e5-ab2f-03a10057a764.shtml

Ma questo cosa significa? Ricordo un amico Strartupper che, quando mi raccomandai con lui di tenere confidenziale la mia idea, mi suggerì al contrario di parlarne con più persone possibili: cercare il confronto con chi aveva già investito, con chi aveva esperienza nella costituzione di una nuova impresa, con chi già usufruiva della tipologia di prodotto o di servizio che avevo in mente di mettere sul mercato.

Sono convinto che sia questa una delle competenze distintive dell’imprenditore di oggi. E’ questo che cerco di comunicare agli Startuppers e agli imprenditori che incontro nel corso mia attività di Coaching: allenare i cervelli ad animare le proprie idee, attuando un confronto continuo con il mercato.

Buona lettura!